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Torna il mitico Città di Modena: i ricordi di Claudio Gubertini, l'ultimo profeta in patria

Il conto alla rovescia è finalmente sceso sotto la doppia cifra: poco più di una settimana ci separa dall’atteso ritorno del Rally Città di Modena. Un momento che ogni vero appassionato di rally attendeva da quel maledetto giorno di giugno 2010 in cui fu ufficializzato l’annullamento di una gara di grande tradizione. Perché il Modena è sempre il Modena, c’è poco da fare: rally mai scontato, sempre pronto a metterti alla prova e a premiare solo chi lo merita veramente.

Non a caso, l’albo d’oro annovera la crema del rallysmo regionale (e non solo). E tra i re del Modena, l’ultimo profeta in patria è stato Claudio Gubertini: storia del 2008. Storia che merita di essere rispolverata, per celebrare la vittoria di uno dei migliori piloti geminiani degli ultimi dieci anni (almeno), ma anche per iniziare a scaldare il motore delle emozioni in vista dell’appuntamento del 28 e 29 giugno prossimi.

Claudio, 25 maggio 2008. Dice niente questa data?
“Eh – sospira ridendo il 34enne di Serramazzoni – dice tanto, tantissimo. La vittoria assoluta è il sogno di ogni pilota. Vincere la gara di casa al primo tentativo con un’auto da assoluta è il massimo. Ed è proprio quello che accadde quel giorno. Che emozioni, ragazzi!”.

Raccontacele.
“Il Città di Modena lo correvo dal ’99, mai però con macchine da primato. Nel 2008, l’occasione si concretizza: Mitsubishi Evo IX della MM Sport di Marchesini. E al mio fianco Luca Amadori, altro ‘ingrediente’ fondamentale per puntare in alto. Ma la concorrenza è tosta, a partire da Leoni con la Punto S200 e Davide Gatti con un’altra Evo IX, senza dimenticare quel bel piedone di Gorrieri. Alla partenza so che non sarà per nulla facile, anche perché è la seconda gara ‘vera’ con quella macchina”.

Invece, dopo la prima prova sei già davanti a tutti.
“E’ quella di Valle, la prova di casa. Do il massimo, voglio capire a fine prova come siamo messi rispetto agli altri. Al controllo scopro che Leoni s’è beccato 50”: gli si è aperto il cofano. Mi tranquillizzo un po’, ma ancora non so bene quanto Franco possa recuperarmi. Così tutto il primo giro lo faccio tenendo un ritmo alto, tanto che a San Martino mi prendo anche un bel rischio. Al riordino comprendo che posso gestire il margine senza che lui possa recuperare più di tanto…”.

Quindi da lì i si tratta solo di amministrare.
“La fai facile, invece è durissima. A Valle per poco non esco. Per non parlare dell’ultima prova: un’agonia infinita. Io mi muovo e basta, come se fossi un automa: in pratica, a guidare è Luca. Che ad ogni curva mi dice di stare tranquillo. Il naviga conta sempre tanto, ma in questa vittoria Luca ha un peso enorme. Come anche il team, che mi dà una gran macchina e ci assiste alla grande in gara. Una splendida vittoria di squadra”.

Poi arriva il podio. Tra l’altro proprio nel tuo paese.
“Già in partenza mi tremavano così tanto le gambe che ho fatto fatica a partire. Immagina cosa vuol dire arrivare sulla pedana da vincitore: un’emozione bestiale. Dopo l’ultima curva del trasferimento finale, vedo sfocato e sento tutto ovattato. Trattengo a stento le lacrime. Ricordo la gente intorno, la gioia, le lacrime di Antonio Bianchin della mia scuderia, che dicono più di qualunque parola. Infatti non ci diciamo niente, non ce n’è bisogno. Sino al pomeriggio del giorno dopo sono come in trance, una cosa incredibile. Il complimento più bello? Mi restano dentro le parole di Luca Amadori, felicissimo di vincere con me. Mi colpisce, perché lui di vittorie ne ha già conquistate…”.

Tu il Modena lo hai corso diverse altre volte. Quali altri ricordi riemergono?
“Nel ’99 esordisco ed è la seconda gara della mia vita. Non ho ancora 19 anni e vinco la mia prima speciale, sulla prova del Dragone. Poi, quanti altri ricordi: perché ad ogni gara le battaglie di classe sono sempre accese ed incerte. Per dire, il duello con Bernardi in N2 nel 2007 è davvero duro ed esaltante. Delusioni? Ci sono anche quelle. Anzi, una, riferita proprio all’ultimo Modena del 2009. Si corre ancora con un’Evo IX con la voglia di provare a confermarmi sulle mie strade. E’ una gara difficile, sempre con Gatti, Leoni e Vellani come sfidanti. Invece un problema all’intercooler ci attarda sin dai primi metri e manda ko l’elettronica, costringendoci al ritiro dopo poche prove. Mi spiace ancora molto, anche perché quella è stata l’ultima gara con Marzoli come navigatore”.

Cosa rendeva speciale il vecchio Città di Modena?
“La difficoltà delle strade. Molto difficili, richiedevano un approccio diverso dal solito, perché c’è da improvvisare. C’era spazio per inventarsi qualcosa. Infatti, se guardi le classifiche trovi spesso macchine di piccola cilindrata nelle posizioni alte. Diciamo che al Modena ha sempre contato più il coraggio della tecnica”.

Correndo sulle strade di casa, forse ti sarà capitato di sfidare un pilota che magari era il tuo beniamino quando stavi a bordo strada.
“Sì, ma in effetti è accaduto al Frignano, più che al Modena. Ricordo con gioia un secondo posto ad un 1” da Verbilli in N3: di Pier avevo il poster in camera quando avevo 14 anni, gli anni in cui vinceva a ripetizione il rallysprint. Lui e Cappi sono i modenesi che apprezzavo di più. Così fu davvero speciale confrontarmi con lui, quel giorno... A proposito di idoli, fuori zona menziono Claudio Vallino. Magari vi aspettereste un pilota del Mondiale o almeno del CIR, invece dico Claudio perché nei trofei è sempre stato un grande. So cosa vuol dire correrci e quali sacrifici si fanno per esserci. Ecco, quando vedi uno che si mette dietro quaranta macchine, facendo tra l’altro grandi sacrifici per correre, non puoi restare insensibile… Sai, quando mi è capitato di stare davanti a Vallino, per me è stata una gioia quasi pari alla vittoria del Modena…”.

Cosa significa, per un modenese, la rinascita del Città di Modena?
“E’ molto importante. Modena non può stare senza rally, tanto meno senza il Città di Modena. Negli anni ’80 era una gara conosciutissima in tutta Italia e accese grande passione tra la gente. La rinascita del Modena è il segnale che qui c’è ancora voglia di rally, ma del resto s’era visto già lo scorso anno: tutta quella gente a bordo strada l’avevo vista solo quando si correva di notte”.

Del Modena 2008, in questa edizione è rimasto poco.
“Solo parte di una prova. Ma è proprio quella di casa, la Valle. Da Valle al fine prova, rifaremo la strada storica. E la variante della prima discesa la renderà ancora più bella. Per il resto, cambia tutto, ma va benissimo così. Personalmente, mi fa piacere che si passi per Serramazzoni, perché è sempre speciale passare per il proprio paese... Cambia il percorso e forse cambio anche io: spero di avere più maturità di allora; di sicuro ci saranno meno pressioni, visto che non correrò per l’assoluta”.

Infatti correrai in N3. E un po’ di pressione ci sarà comunque, visto che difenderai il primato nel Trofeo dei Piedoni.
“Lo scorso anno il trofeo ha dato un importante valore aggiunto al rally dell’Emilia. Una sfida come quella tra me, Arati,Tosi e Nicoli - anche se per troppo poco con Marcello, purtroppo - era da un po’ che non si vedeva. E’ stata una soddisfazione vincere (e arrivare quinto assoluto, ndr) e adesso affronto la gara con lo stesso spirito di un anno fa: sono motivatissimo, ho tanta voglia di confermarmi; vediamo se sono d’accordo gli altri... So che ci sarà Bernardi, e con lui ci sarà da ridere. Noto che sta andando sempre molto forte, a Carpineti ha fatto di quei tempi…”

Dove si vincerà il Modena 2014?
“Direi sulla prova di Valle. Credo sia la prova che farà la differenza più delle altre. A Montebaranzone conta la macchina, a Renno c’è più spazio per fare la differenza, ma lì è solo questione di decimi…”.

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